Dalla
fine di ottobre lo SNALS-ConfSAL,
assieme agli altri sindacati rappresentativi del comparto Istruzione e Ricerca,
CGIL, CISL, UIL e Gilda, è impegnato in una mobilitazione nazionale per portare all'evidenza pubblica le
problematiche irrisolte che gravano sulla
scuola e per indurre il Governo alla rapida e piena attuazione delle
intese sottoscritte il 24 aprile e il 1° ottobre 2019, che stabilivano misure
urgenti per affrontare annose questioni,
in particolare quelle attinenti alla sicurezza e al personale.
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La maggior parte delle scuole è priva della necessaria certificazione di
agibilità. Gli edifici scolastici accolgono
da settembre a giugno, per molte ore al giorno, un’altissima concentrazione di
minori, oltre a numerosi lavoratori, e necessitano di monitoraggio costante da
parte degli enti proprietari, indipendentemente dalla vetustà che ne
caratterizza il maggior numero, poiché anche quelli di più recente costruzione
o fatti oggetto di costosi interventi di ristrutturazione e di manutenzione non
sono esenti dal manifestare rischiose e inattese criticità. Riteniamo ingiusto,
e non rispondente alle esigenze richieste da una efficace sicurezza, che vengano chiamati a rispondere di eventuali
incidenti strutturali o crolli i
dirigenti scolastici, che non sono proprietari degli immobili, né
dispongono di mezzi finanziari e di competenze professionali per prevenire
incidenti strutturali.
- Minacce alla sicurezza degli alunni e dei lavoratori e riduzione di personale
vanno di pari passo. La forte riduzione,
negli ultimi anni, di collaboratori scolastici (ex bidelli), addetti tra
l'altro alla vigilanza a tutela dell'incolumità degli alunni, è in stretta
correlazione con gli incidenti che possono verificarsi a scuola, specialmente
negli istituti comprensivi e in quelli con numerosi plessi. Alla riduzione di
questo personale si è aggiunto, in tempi recenti, il limite dei sette giorni di
assenza dei titolari prima di poter nominare supplenti.
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Nelle segreterie, destinatarie da
anni di riduzione di organico, vengono imposti agli assistenti amministrativi compiti istituzionali sempre più
complessi e gravosi, persino l’espletamento di lavori di competenza di altre
amministrazioni, in particolare dell'INPS per quanto riguarda le pratiche
pensionistiche del personale scolastico. Tale sofferenza è insopportabilmente
aggravata dalla proibizione di nominare supplenti fino al 30° giorno di assenza
dei titolari.
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Ulteriore motivo di criticità e disfunzioni è la carenza di DSGA. In attesa della conclusione del concorso avviato,
in ritardo di almeno 8 anni, i posti vacanti hanno superato il numero di quelli
occupati da titolari anche nella nostra provincia (solo 13 titolari su 35
scuole). L'assenza temporanea di queste professionalità non sarebbe causa di
paralisi amministrativa e organizzativa, come avviene, se fosse stata attivata
la figura del coordinatore amministrativo prevista da accordi e contratti
nazionali fin dal 2000! Vi sono assistenti amministrativi che, pur sprovvisti
del titolo di laurea ora richiesto per l'accesso a questo profilo, da molti
anni svolgono con competenza e abnegazione la funzione di DSGA, ai quali non è
per ora garantita una stabilizzazione.
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L'evoluzione tecnologica ha comportato l'introduzione rapida e generalizzata di
strumenti informatici, il cui uso è diventato imprescindibile per la didattica
e per le funzioni amministrative. A questo non ha fatto seguito un adeguamento
degli organici con l'introduzione di personale
tecnico-informatico in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Accade così
che le scuole, che sono la grande maggioranza, nelle quali non è prevista la
figura dell'assistente tecnico di laboratorio informatico, siano pesantemente
svantaggiate rispetto a quelle nel cui organico è prevista.
I
criteri di assegnazioni degli organici, anche per altri profili del personale
ATA, sono obsoleti rispetto alle attuali necessità.
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Nessuno pensa allo stress lavoro
correlato che dovrebbe essere inserito nel documento di valutazione dei
rischi di ogni scuola per tutti i profili professionali e che incide
pesantemente sulla salute del personale scolastico e sulla qualità del lavoro.
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Per gli alunni diversamente abili sono previsti insegnanti di sostegno specializzati forniti dallo Stato ed
educatori comunali. L'insufficienza numerica di tali insegnanti ha costretto le
scuole all’assunzione di docenti non specializzati ed ha indotto la Regione FVG
ad adottare provvedimenti finalizzati all'integrazione di queste figure professionali
(come pure per il personale ATA) in aggiunta a quelle assegnate, anche in
deroga, da parte dello Stato. Tuttavia nelle scuole
si riscontra ancora carenza di insegnanti di sostegno e di educatori persino
nei casi di gravità che richiedono copertura totale.
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Rimane irrisolta la tormentata vicenda dei diplomati
magistrali e tardano i provvedimenti per la stabilizzazione degli insegnanti precari che hanno dato alla
scuola, per almeno tre anni, ma in generale molti di più, il loro impegno
professionale con diritti ridotti. E' giusto garantire un lavoro stabile a chi
ha dimostrato sul campo di saperlo meritare e agli alunni e studenti la
continuità didattica a cui hanno diritto. Sollecitiamo ancora una volta l'avvio
rapido dei concorsi per la copertura
di oltre 50 mila posti e cattedre
vacanti.
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Chiediamo infine che nella legge di
bilancio per il 2020 siano previsti investimenti per un efficace rilancio
dell'istruzione e della ricerca, in particolare con un contratto che garantisca ai lavoratori della scuola dignità
professionale e retributiva tendente ad un allineamento con i colleghi dei
paesi avanzati dell'Unione Europea, al fine di
dotare la scuola di mezzi adeguati e di restituire al personale che vi
opera il rispetto e il prestigio necessari per affrontare l'attuale emergenza
educativa ed elevare la qualità degli studi. Nessuno dimentichi che il comparto
dell'istruzione e ricerca è l'asse
portante di un Paese che vuole progredire e non ristagnare.