Del Decreto Legge sulla “Buona Scuola”
approvato giovedì scorso 12 marzo dal Consiglio dei Ministri, qualcosa può
essere valutato positivamente, mentre altri aspetti importanti destano non poca
preoccupazione e contrarietà, - ha
dichiarato il segretario provinciale dello SNALS Franco De Marchi - , che
vede, tra gli aspetti positivi: a) innanzitutto, il cambio di rotta del governo
che ha confermato l’attuale meccanismo degli scatti di anzianità, fortemente
sempre voluto dallo SNALS; b) l’affermazione secondo cui, per premiare il
merito, su cui permangono però forti perplessità in ordine alle procedure di
selezione non specificate, il governo reperirà risorse aggiuntive - come
rivendicato da sempre dallo SNALS; c) l’istituzione di un credito per le spese
culturali dei docenti; d) L’istituzione dell’organico funzionale in chiave pluriennale,
anche se per ora si tratta di una enunciazione sulla quale potremo dare un
giudizio definitivo solo quanto sarà quantificato in modo concreto.
Invece sono motivo di
preoccupazione e contrarietà, secondo De Marchi, soprattutto: a) l’incertezza,
l’incompletezza e la parzialità sulla stabilizzazione del precariato, in
particolare in merito all’individuazione degli aventi diritto (da 150.000 sono
diventati 100.000), alle decorrenze, alle modalità di assegnazione delle sedi e
alla conferma del ruolo;
b) la totale assenza di provvedimenti di stabilizzazione per il personale
ATA; c) l'incremento dei poteri del DS con contestuale
diminuzione della funzione del Collegio dei docenti. Lo SNALS ritiene che
l’idea di un dirigente scolastico con più poteri esercitati in solitudine è
contraria a quella di una scuola dove chi decide lo fa cercando la partecipazione
e la condivisione di tutte le componenti; d) la costituzione dell’organico
funzionale con docenti scelti da appositi albi con chiamata diretta del
dirigente scolastico: questo è un punto di grave criticità; e) quanto poi alle
fine delle classi pollaio, leggendo il comma 6 dell'art. 7, non si
capisce in che modo e con quali limiti il dirigente scolastico dovrebbe
intervenire per ridurre il numero degli alunni per classe: in sostanza la norma
si presenta assolutamente generica e quindi al momento inapplicabile; f)
l'art. 23, ultimo comma
dal quale si capisce che la legge se ne fa un baffo dei contratti collettivi.
Confidiamo che il Parlamento, in sede di
conversione, non cada nella tentazione
di invadere le materie contrattuali con la legge, ma solleciti l’emanazione di
un atto di indirizzo all’ARAN per l’avvio
del rinnovo del contratto scaduto da troppi anni, migliori i contenuti del
provvedimento ed elimini le norme
inaccettabili. Lo SNALS-CONFSAL, - ha concluso De Marchi- opererà, lungo tutto
l’iter parlamentare del provvedimento, affinché vengano apportate le modifiche
e le integrazioni necessarie, auspicate e chieste dal personale della scuola.