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martedì 24 marzo 2020

Coronavirus – il personale scolastico in prima linea


Da quando è esplosa l'emergenza coronavirus c’è stato un susseguirsi di decreti governativi, note, indicazioni e chiarimenti ministeriali che hanno avuto come conseguenza la diffusione in ogni scuola di circolari e ordini di servizio per l'organizzazione del lavoro del personale ausiliario, tecnico e amministrativo, nonché direttive ai docenti per la didattica a distanza.
Ogni dirigente si è mosso come ha potuto, interpretando nei modi ritenuti opportuni le disposizioni, non sempre chiare e definite, emanate dalle Autorità.
Così per il personale amministrativo è stato adottato, per quanto possibile, il lavoro agile, senza peraltro che tutti avessero piena consapevolezza delle garanzie richieste dalla legge n. 81/2017 per la sicurezza ed il buon funzionamento degli strumenti tecnologici utilizzati. 
Allo stesso tempo sono state disposte turnazioni per garantire i servizi minimi indispensabili e indifferibili da svolgere esclusivamente in presenza, ma senza avere il tempo per poterli identificare in un periodo in cui si ordina a tutti di restare a casa.
Il lavoro in presenza comprende anche rapporti con il pubblico, ma non sempre sono stati forniti i necessari dispositivi di protezione, né agli amministrativi, né ai tecnici, né ai collaboratori che con senso di responsabilità hanno continuato a svolgere i compiti assegnati.
La riorganizzazione del lavoro è avvenuta in modo incalzante, con la costrizione di una severa tempistica e senza la possibilità di quell'arricchimento e condivisione che sarebbero potuti scaturire da un confronto sindacale, almeno con le RSU presenti in ogni istituto, contrattualmente previsto in tutti i casi in cui si va a toccare una materia come questa e praticato in tempi normali.
La nota ministeriale 392 del 18 marzo contiene finalmente una frase chiave, forse non compresa da tutti fino in fondo: si tratta in sostanza di mantenere attive e aperte le funzioni dell'istituzione scolastica, a prescindere dalla chiusura o apertura fisica di un edificio.
Anche ai dirigenti viene richiesto di “garantire il funzionamento, sia pure in modalità il più possibile virtuale, dell'istituzione scolastica. Quindi è legittimata la chiusura delle scuole e non solo prescritta la sospensione delle attività didattiche.
Di conseguenza hanno fatto bene quei dirigenti che hanno disposto la chiusura degli edifici fino al 3 aprile (per ora), garantendo l'apertura delle “funzioni” istituzionali.
Gli insegnanti sono impegnati nella didattica a distanza: una modalità di insegnamento inusuale, per la quale è stato richiesto un adattamento veloce sia da parte dei docenti che degli studenti e delle loro famiglie. L'emergenza ne ha imposto l'adozione senza che sia stata possibile una preliminare formazione professionale e senza la disponibilità dei mezzi e strumenti necessari.
E' lodevole lo sforzo che stanno compiendo gli insegnanti per adattarsi alla novità che richiede tempi ed energie oltre ogni previsione, con apprezzamento da parte di studenti e famiglie.
La nota ministeriale n. 388 del 17 marzo ribadisce il valore della libertà di insegnamento, che in questo frangente deve essere più che mai incoraggiata e valorizzata, e l’importanza del ruolo dei consigli di classe.
Nella nota è affermato inoltre il compito di monitoraggio, verifica e coordinamento delle risorse materiali e umane, nonché di promozione dell'interazione tra docenti da parte dei dirigenti: un compito delicato dunque, quello dei dirigenti scolastici, che ha lo scopo di supportare, sostenere e accompagnare il meritorio e non facile impegno degli insegnanti nello svolgimento di una didattica inedita che richiede inventiva, creatività e flessibilità non omologabili, oltre le rassicuranti regole e consuetudini del tempo normale, in un periodo estremamente critico, capace di sbaragliare molte certezze, che si sta protraendo oltre le iniziali previsioni.
Questa nota Ministeriale non è esente da criticità che si sarebbero potute prevenire con un preliminare confronto sindacale

Il Segretario provinciale
Franco De Marchi