Da anni le domande di trasferimento si fanno on line,
ma ciò non toglie che il periodo di presentazione delle domande veda coinvolte
decine di migliaia di persone che hanno necessità di ricorrere alle segreterie
scolastiche, agli uffici dell’Amministrazione, alle sedi sindacali, sempre
affollate ogni anno all’inverosimile per soddisfare richieste di informazione e
assistenza da parte del personale docente e ATA. Pensare dunque di prevedere lo
svolgimento di questi adempimenti come se questa fosse una situazione ordinaria
significa essere completamente fuori dalla realtà. Divieto di circolazione
delle persone, scuole e uffici chiusi come è noto fino al 3 aprile, in
Lombardia fino al 15, con la possibilità purtroppo di dover mettere in conto
ulteriori proroghe. Fissare il termine delle domande al 21 aprile è assoluta
mancanza di buon senso, incompatibile con le restrizioni alla circolazione
delle persone giustamente adottate dal Governo, ma anche e soprattutto totale
mancanza di rispetto per tante lavoratrici e lavoratori che oltre a vivere
situazioni personali e familiari pesantissime, purtroppo in molti casi anche
direttamente colpite dalla malattia, stanno producendo uno sforzo encomiabile
per mantenere viva, tra mille difficoltà, l’attività didattica e la relazione
educativa con gli alunni.
Tutto ciò fa passare in secondo piano la pur
gravissima violazione, ancora una volta, delle regole che assegnano la mobilità
all’ambito della disciplina negoziale, così come delle intese per aggiornare
alla luce di novità normative i contenuti del contratto. Un confronto negato,
che avrebbe fra l’altro consentito di individuare modalità diverse per gestire
in tempi e modi ragionevoli la mobilità del prossimo anno scolastico, tenendo
conto dell’impatto devastante che questa emergenza sta avendo sulla vita delle
persone e dell’intera società.
Mai come in questi frangenti sarebbe necessario
accogliere il messaggio all’unità e alla compattezza rivolto al Paese dal
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella; spiace constatare che una
ministra e il suo ministero si muovano in direzione opposta, moltiplicando le
occasioni di tensione e conflitto piuttosto che ricercare unità e condivisione.
Emergono con evidenza gravi limiti, sia a livello
politico che amministrativo, nella capacità di governo di un sistema complesso
come quello dell’istruzione. È necessario che sia il Governo al massimo livello
a farsi carico di questioni che esigono un alto livello di competenza e di
responsabilità.
Roma, 24 marzo 2020