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giovedì 19 marzo 2015

BUONA SCUOLA

Del Decreto Legge sulla “Buona Scuola” approvato giovedì scorso 12 marzo dal Consiglio dei Ministri, qualcosa può essere valutato positivamente, mentre altri aspetti importanti destano non poca preoccupazione e contrarietà, - ha dichiarato il segretario provinciale dello SNALS Franco De Marchi - , che vede, tra gli aspetti positivi: a) innanzitutto, il cambio di rotta del governo che ha confermato l’attuale meccanismo degli scatti di anzianità, fortemente sempre voluto dallo SNALS; b) l’affermazione secondo cui, per premiare il merito, su cui permangono però forti perplessità in ordine alle procedure di selezione non specificate, il governo reperirà risorse aggiuntive - come rivendicato da sempre dallo SNALS; c) l’istituzione di un credito per le spese culturali dei docenti; d) L’istituzione dell’organico funzionale in chiave pluriennale, anche se per ora si tratta di una enunciazione sulla quale potremo dare un giudizio definitivo solo quanto sarà quantificato in modo concreto.
Invece sono motivo di preoccupazione e contrarietà, secondo De Marchi, soprattutto: a) l’incertezza, l’incompletezza e la parzialità sulla stabilizzazione del precariato, in particolare in merito all’individuazione degli aventi diritto (da 150.000 sono diventati 100.000), alle decorrenze, alle modalità di assegnazione delle sedi e alla conferma del ruolo; b) la totale assenza di provvedimenti di stabilizzazione per il personale ATA; c) l'incremento dei poteri del DS con contestuale diminuzione della funzione del Collegio dei docenti. Lo SNALS ritiene che l’idea di un dirigente scolastico con più poteri esercitati in solitudine è contraria a quella di una scuola dove chi decide lo fa cercando la partecipazione e la condivisione di tutte le componenti; d) la costituzione dell’organico funzionale con docenti scelti da appositi albi con chiamata diretta del dirigente scolastico: questo è un punto di grave criticità; e) quanto poi alle fine delle classi pollaio, leggendo il comma 6 dell'art. 7, non si capisce in che modo e con quali limiti il dirigente scolastico dovrebbe intervenire per ridurre il numero degli alunni per classe: in sostanza la norma si presenta assolutamente generica e quindi al momento inapplicabile; f) l'art. 23, ultimo comma dal quale si capisce che la legge se ne fa un baffo dei contratti collettivi.

Confidiamo che il Parlamento, in sede di conversione,  non cada nella tentazione di invadere le materie contrattuali con la legge, ma solleciti l’emanazione di un atto di indirizzo all’ARAN per l’avvio del rinnovo del contratto scaduto da troppi anni, migliori i contenuti del provvedimento  ed elimini le norme inaccettabili. Lo SNALS-CONFSAL, - ha concluso De Marchi- opererà, lungo tutto l’iter parlamentare del provvedimento, affinché vengano apportate le modifiche e le integrazioni necessarie, auspicate e chieste dal personale della scuola