Riportiamo, di
seguito, l'intervista pubblicata da Tecnica della Scuola.
Ministro sindacati. Il confronto continua. Nostra intervista a Elvira
Serafini (Snals)
di
Libero Tassella
Il nostro “viaggio” fra i segretari dei
sindacati del comparto scuola prosegue con Elvira Serafini, segretaria
nazionale dello Snals.
Professoressa Serafini, lo Snals, fin
dalla sua fondazione con il prof. Nino Gallotta, ha rivendicato la
rivalutazione del ruolo sociale e professionale degli insegnanti e del
personale della scuola che non può prescindere da una retribuzione adeguata e
dignitosa. Pensa che con questo nuovo Governo ci siano le condizioni politiche
ma soprattutto economiche per un contratto di svolta?
La retribuzione adeguata dei docenti e
di tutti gli operatori scolastici è qualcosa su cui lo Snals-Confsal si è
sempre battuto. Mi ha fatto molto piacere sentire le affermazioni del ministro
Fioramonti in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico a L’Aquila.
Il Ministro ha detto che un’adeguata
retribuzione è un “risarcimento”, una forma di riconoscimento del valore
sociale dell’operato di chi ogni giorno assicura l’educazione dei nostri
ragazzi.
D’altra parte, che i docenti italiani
abbiano retribuzioni molto inferiori rispetto a quelle dei colleghi europei,
non è una novità. Lo ha ribadito l’OCSE nel recentissimo Education at a glance:
perdiamo il confronto non solo con le economie europee trainanti, ma anche con
Paesi come la Spagna e l’Irlanda. Perciò è necessario che il prossimo contratto
dia un segnale di svolta.
Lo Snals-Confsal è consapevole delle
difficoltà nelle quali si trova il Paese e della necessità prioritaria di
sterilizzare l’aumento dell’IVA. Ma è altrettanto consapevole che un rilancio
del Paese dal punto di vista economico, oltre che sociale e culturale, passa
proprio attraverso gli investimenti nel Comparto dell’Istruzione e Ricerca.
Lo scorso 17 Settembre voi segretari
nazionali avete avuto il primo incontro con il nuovo Ministro, qual é il suo
bilancio?
Abbiamo trovato un Ministro attento e
disponibile all’ascolto, al quale abbiamo posto, prioritariamente, proprio la
questione dell’avvio rapido delle trattative per il rinnovo del contratto.
Abbiamo richiesto al Ministro anche
l’applicazione totale dell’Intesa di Palazzo Chigi, siglata tra Governo e
OO.SS. il 24 aprile scorso. All’ordine del giorno dell’incontro c’era il
precariato, pertanto abbiamo chiesto che fosse risolto il problema del decreto
sui PAS e sui concorsi straordinari. Com’è noto, il decreto, approvato il 6
agosto in Consiglio dei ministri, non è stato pubblicato in G.U. in seguito
alla crisi di governo. Un ostacolo per la risoluzione del problema del
precariato.
L’anno scolastico è iniziato all’insegna
della precarietà con un altissimo numero di supplenti nominati e da nominare.
Quali sono le proposte del suo Sindacato per stabilizzare gli organici docenti
e ata?
Come già detto, per prima cosa dovrà
trovare conclusione la vicenda del decreto PAS, poi, però, dovremo occuparci di
una serie di altre questioni pendenti.
Dovremo risolvere la questione dei
cosiddetti docenti “ingabbiati”, cioè degli insegnanti di scuola primaria che,
pur avendo altri titoli, non possono transitare nella scuola secondaria, o di
coloro che appartengono ad altre classi di concorso e che non possono avere la
mobilità.
Penso anche alle necessità degli alunni
disabili, costretti a cambiare di anno in anno figure educative di riferimento
o addirittura senza insegnanti di sostegno. Tutto ciò è lontano da quel modello
di inclusività che è la scuola pubblica per il nostro sindacato. Il Governo
dovrà dare corso al proprio Programma, dove al primo punto sono previste misure
di sostegno ai disabili, anche risolvendo la carenza di docenti di sostegno.
Per quanto riguarda il personale ATA,
c’è da affrontare e risolvere il problema della stabilizzazione dei Dsga
facenti funzione. Bisogna ricordare che molte scuole sono prive di Dsga a tempo
indeterminato perché da molti anni non vengono banditi concorsi, e che il buon
funzionamento amministrativo di quelle istituzioni scolastiche continua a
essere assicurato proprio da assistenti amministrativi facenti funzione.
La Scuola, con la legge 107 e prima
ancora con la legge dell’Autonomia e della Dirigenza scolastica, è cambiata.
Molti lamentano l’eccessivo autoritarismo dei DS, la loro ingerenza nella
didattica, anche nella fase delle valutazioni, il clientelismo diffuso nella
ripartizione del Fis e dei bonus premiali, ma nel contempo la qualità della scuola
è peggiorata, una scuola che non sa e che non vuole valorizzare il merito, “un
merito perduto” come lei disse a Fiuggi il 10 maggio 2017 nel Congresso
Nazionale che la elesse Segretario generale. Quale è la
posizione dello Snals?
Che la Legge 107 non fosse, a nostro
avviso, una buona legge non è un mistero. Abbiamo condotto una dura battaglia
per modificare almeno i punti più critici di quel provvedimento, ottenendo
risultati importanti. Mi riferisco alle modifiche apportate sulla chiamata
diretta o sulla mobilità.
Quello che ancora non ci convince è il
bonus per il merito dei docenti che avevamo criticato, perché non assegnato
sulla base di criteri oggettivi e perché induce i docenti a “compiacere” il
dirigente scolastico. Confidiamo nelle dichiarazioni del ministro Fioramonti,
che si è detto disponibile alla sua abolizione e proponiamo invece di spostare
nel tabellare tutte le forme di bonus e premialità.
Per quanto riguarda la posizione dei
dirigenti scolastici, va detto che operano in una situazione molto pesante: si
pensi alle numerose reggenze, al sovraccarico di competenze e responsabilità,
alla proliferazione del carico della burocrazia, ai conflitti con le famiglie,
alla mancanza di collaborazione degli altri servizi e delle altre istituzioni.
Tutto questo impedisce l’esercizio di una vera leadership educativa.
Non vorrei, però, che i vostri lettori
pensassero ad un panorama totalmente negativo. La scuola, nonostante tutto,
resta una delle principali infrastrutture sociali del Paese.