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martedì 23 aprile 2013

SICUREZZA NELLE SCUOLE

La cura delle strutture scolastiche deve essere un impegno prioritario dell’intera collettività e delle forze politiche. Tra gli impegni si conferma di primaria importanza l’obiettivo di garantire strutture sicure. Invece le cronache locali portano spesso alla ribalta sconcertanti notizie, alle quali mai ci si può abituare, sulla insicurezza delle nostre strutture scolastiche: cornicioni che cadono, infissi che precipitano, plafond che si distaccano improvvisamente, infiltrazioni torrenziali d’acqua piovana, barriere architettoniche irremovibili, vie di fuga insufficienti o inesistenti, aule anguste, finestre che non si possono aprire, ecc…: parlo di strutture, di edifici, contenitori, non di organizzazione interna. L’ultimo episodio è quello accaduto la scorsa settimana alla scuola media Fonda Savio con il crollo di un soffitto che ha causato il ferimento di un’alunna. Mesi fa un cornicione del Nautico precipitando aveva sfiorato uno studente, poi una finestra aveva colpito alla spalla un’alunna dell’Oberdan. Solo per citare alcuni casi verificatisi nel corso di questo anno scolastico. Incidenti minori si verificano spesso, ma non sempre fanno notizia: essi sono tuttavia campanelli d’allarme sintomatici del cattivo stato di salute in cui versano gli edifici scolastici, da non trascurare. Gli enti proprietari dovrebbero consegnare ai “conduttori”, ossia ai dirigenti scolastici, edifici in condizioni perfettamente idonee alla loro funzione e provvedere alla loro regolare manutenzione e al costante adeguamento alla normativa sulla sicurezza, procedendo anche con costanti monitoraggi, intesi come necessari interventi preventivi da eseguire non di tanto in tanto, ma ordinariamente e sistematicamente. Si tenga conto che gli edifici scolastici, frequentati quotidianamente da centinaia e a volte migliaia di persone tra studenti, personale scolastico, genitori, ospiti, sono sottoposti a continue sollecitazioni strutturali per cui non è da meravigliarsi che i plafond possano distaccarsi con maggiore probabilità rispetto a qualsiasi altro edificio pubblico o privato i cui pavimenti non sono calcati con altrettanta frequenza e intensità. Trattandosi, in particolare per Trieste, di vecchi edifici, costruiti con tecniche e materiali del secolo scorso e oltre, non ci si può meravigliare troppo per gli improvvisi cedimenti. Naturalmente occorrono risorse, che volendo si trovano, da assegnare con assoluta priorità. Lo SNALS ha sollecitato più volte adeguati interventi in tal senso, indicando in particolare alla Regione l’urgenza di investimenti da distribuire equamente fra le province, applicando criteri che tengano in debito conto la densità abitativa e la vetustà degli edifici che penalizza gravemente la provincia di Trieste rispetto alle altre della stessa regione. Un appello in tal senso è stato indirizzato anche alle forze politiche che si sono candidate alle elezioni regionali. Staremo quindi a vedere se prossimamente vi sarà una inversione di tendenza.