Come è ormai a tutti noto, la
nostra regione è prossima a perdere la Direzione scolastica di rango generale.
L’Ufficio Scolastico Regionale infatti non sarà più governato da un Direttore
Generale, ma da un dirigente di seconda fascia con ridotte attribuzioni. Sorte
toccata ad altre tre regioni – Basilicata, Molise e Umbria – in conseguenza della
riorganizzazione degli Uffici amministrativi per il contenimento della spesa
pubblica, previsto da recenti leggi, appositi decreti e regolamenti. A livello
nazionale ciò ha comportato il taglio di quattro Direzioni regionali generali:
quelle con il minor numero di studenti. “Contrariamente a quanto si va
dicendo, - dichiara il Segretario provinciale dello SNALS Franco De
Marchi-, nessuna norma stabilisce che le regioni con meno di 150.000
studenti debbano essere oggetto del provvedimento in questione. Infatti,
prosegue De Marchi, è del tutto
ininfluente il numero degli alunni per l’applicazione di questo provvedimento
che colpisce il Friuli Venezia Giulia semplicemente perché è al quartultimo
posto per numero di studenti fra tutte le regioni d’Italia: 42.000 il Molise,
84.665 la Basilicata, 119.701 l’Umbria e 145.772 il Friuli Venezia Giulia; le
altre regioni ne hanno di più”.
E’ previsto che ognuno dei
quattro Uffici scolastici regionali interessati dal provvedimento siano dotati
di un numero di Uffici interni, con specifiche competenze territoriali, pari al
numero delle province di ciascuna regione, incrementati di due per gli affari
relativi a tutto il territorio regionale. Così al Friuli Venezia Giulia sono
stati assegnati sei Uffici: due in più rispetto al numero delle province, come per le altre tre regioni prese a confronto. “Ma,
sottolinea De Marchi, per la specificità linguistica della nostra regione
che prevede un Ufficio dedicato esclusivamente alle scuole con lingua
d’insegnamento slovena, cosa ignorata dalla burocrazia nazionale, rimane un
solo Ufficio per la gestione complessa degli affari regionali. Secondo la
proposta uscita nei giorni scorsi dall’Ufficio scolastico regionale, -
prosegue De Marchi- ciò sarebbe destinato a tradursi in un insostenibile
raddoppio del carico di lavoro per il personale assegnato all’Ufficio provinciale di Trieste che, oltretutto senza alcun
incremento di organico, dovrà occuparsi sia
delle scuole della provincia che di un Ufficio
regionale, con manifesta disparità rispetto agli altri uffici
provinciali della regione. La conseguenza sarà, in termini organizzativi, il
sicuro peggioramento della qualità dell’offerta formativa per gli studenti
triestini”.
“Lo SNALS, conclude De
Marchi, sta muovendo i suoi passi per ottenere l’Ufficio mancante
all’interno dell’Ufficio scolastico regionale ed auspica che le altre parti in
causa, dagli Enti Locali, alla Regione, allo stesso Ufficio scolastico
regionale facciano altrettanto”.