La
giornata di oggi ha visto la partecipazione massiccia del mondo della scuola
alle assemblee in videoconferenza indette dallo SNALS-Confsal insieme alle
altre OO.SS.. Più di un lavoratore su tre ha partecipato agli oltre duecento
incontri svolti su tutto il territorio nazionale. Al centro del dibattito
l’emergenza Covid-19, i problemi della DaD e del lavoro agile del personale ATA
e le numerose criticità sulla sicurezza dei lavoratori legate alla futura
ripresa delle attività in presenza.
“E’
una grande soddisfazione – ha dichiarato Elvira Serafini, Segretario Generale
dello Snals-Confsal. Siamo riusciti ad interpretare il bisogno di discussione e
di prossimità della categoria. Malgrado la distanza fisica, il personale ha
percepito la vicinanza del sindacato e ci ha affidato le proprie istanze di tutela.
Le nuove modalità di lavoro imposte dal lockdown, se procrastinate anche nel
prossimo anno scolastico, dovranno essere disciplinate da nuove intese
sindacali e da successive integrazioni della disciplina contrattuale”.
Nel corso degli
incontri è emerso il desiderio di un ritorno alle attività in presenza, ma solo
se saranno salvaguardate la salute e la sicurezza dei lavoratori, degli
studenti e delle loro famiglie. Tutele che la categoria non sente siano
assicurate a breve, rifiutando nettamente l’idea di svolgere gli esami di stato
in presenza, come invece è orientato a fare il MI.
“Che la questione del
ritorno ad un’attività in presenza sia complessa – ha commentato la Serafini-
appare chiaro anche dal fatto che la scuola sia stata l’unica categoria ad essere
consultata specificamente dal Comitato Tecnico Scientifico. Noi sosteniamo da
tempo che gli esami di stato debbano essere svolti a distanza, come sta
avvenendo per gli esami universitari, in mancanza di protocolli di sicurezza
condivisi e concretamente attuabili”.
Altra questione
dirimente per l’avvio del prossimo anno scolastico è quella del precariato.
Sono necessari ingenti investimenti per assicurare gruppi classe più piccoli,
come richiedono le norme sul distanziamento sociale.
“In primo luogo sarà
necessario un maggior numero di docenti – ha concluso il Segretario Generale -
ma anche di collaboratori scolastici perché aumenteranno le esigenze di
sorveglianza e assistenza. Serviranno presìdi sanitari all’interno delle
singole istituzioni scolastiche e dirigenti scolastici che siano posti in grado
di assumersi le enormi responsabilità legate ad una gestione così complessa.
Quella che ci aspetta a settembre sarà una sfida molto complessa che richiederà
come precondizione personale stabile. Se qualcuno pensa che sia possibile
affrontarla utilizzando personale precario è completamente fuori strada”.