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giovedì 29 ottobre 2020

Modalità e criteri delle prestazioni lavorative e gli adempimenti connessi del personale docente comparto “istruzione e ricerca” in modalità a distanza.

Alcune riflessioni a supporto della scelta operata di non sottoscrivere l’ipotesi di CCNI: modalità e criteri delle prestazioni lavorative e gli adempimenti connessi del personale docente comparto “istruzione e ricerca” in modalità a distanza.

Lo SNALS non poteva né può sottoscrivere il contratto, non condividendo nel metodo e nel merito la predetta ipotesi.

Per quanto attiene al metodo, già da tempo lo SNALS ha denunciato “l’orticaria” dell’attuale Ministro a confrontarsi con le parti sociali sulle questioni che hanno ricadute sulla vita lavorativa del personale. Così si succedono i comunicati e le ordinanze che hanno il sapore di interventi “tampone” piuttosto che di risposte risolutive alle criticità organizzative e lavorative dell’intero sistema educativo.

La convocazione “di corsa” delle OO.SS. per la sottoscrizione dell’ipotesi di contratto ne è prova ed è davvero inusuale: le OO.SS. nel tempo di 24 ore dovevano apporre la firma senza avere il tempo di approfondire e confrontarsi riguardo alle nuove problematiche lavorative connesse con le prestazioni del personale in modalità a distanza.

Per quanto attiene ai contenuti, l’ipotesi di contratto, poi, non affronta né risolve il disagio del personale, docente e amministrativo, impegnato a lavorare a distanza con l’impiego di videoterminali in una scuola che non è più quella di ieri, ma stravolge lo stato giuridico del personale docente, relegandolo a fare l’operatore digitale e non più l’operatore di cultura. È così superfluo evidenziare che l’ipotesi di contratto snatura la funzione e la valenza etica del “docere”.

L’ipotesi di contratto, infatti, non regolamenta l’orario di lavoro agile del personale amministrativo e del personale docente: il personale, infatti, si ritrova impegnato a lavorare a distanza per un numero di ore maggiore di quello previsto dall’attuale contratto. Il contratto non riconosce il rischio per la salute del lavorare ai videoterminali, non prevedendo le necessarie pause; non regolamenta l’utilizzo delle numerose piattaforme informatiche che possono esporre il personale amministrativo e il personale docente al rischio della violazione della privacy; non affronta la delicata questione dell’impiego in modalità a distanza del personale dichiarato fragile e/o posto in quarantena, rispetto al contagio da Covid-19.

L’ipotesi di contratto sembra così essere stata scritta senza tenere conto del fatto che il personale, oggi, si ritrova a vivere una nuova esperienza lavorativa in una scuola che non è più quella di prima ma che richiede prestazioni lavorative più qualificate che dovranno essere necessariamente riconosciute e gratificate non solo con un grazie da parte del Ministro ma anche giuridicamente ed economicamente, prevedendo nuove modalità di progressione di carriera, nuove figure professionali, nuovi incentivi per una adeguata formazione, cioè un nuovo stato giuridico. L’ipotesi di contratto, così, sembra identificarsi con un escamotage inteso ad istituzionalizzare l’insegnamento a distanza attraverso la sottoscrizione di un CCNI, peraltro privo di contenuti contrattuali.

Infine, viene da chiedersi: che succede se non si firma questo CCNI? Assolutamente nulla: il contratto è privo di contenuti contrattuali.